mercoledì 30 aprile 2014

Laocoonte


Il testo di Virgilio in latino: osservate la parte in neretto, che è quella in cui si avverte meglio l'allitterazione della lettera S. 

Inoltre ho sottolineato alcune parole o espressioni interessanti, che vi spiego a voce. 

ecce autem gemini a Tenedo tranquilla per alta
(horresco referens) immensis orbibus angues
incumbunt pelago pariterque ad litora tendunt;
pectora quorum inter fluctus arrecta iubaeque
sanguineae superant undas; pars cetera pontum
pone legit sinuatque immensa uolumine terga.
fit sonitus spumante salo; iamque arua tenebant
ardentisque oculos suffecti sanguine et igni
sibila lambebant linguis uibrantibus ora.

diffugimus uisu exsangues. illi agmine certo
Laocoonta petunt; et primum parua duorum
corpora natorum serpens amplexus uterque
implicat et miseros morsu depascitur artus;
post ipsum auxilio subeuntem ac tela ferentem
corripiunt spirisque ligant ingentibus; et iam
bis medium amplexi, bis collo squamea circum
terga dati superant capite et ceruicibus altis.
ille simul manibus tendit diuellere nodos
perfusus sanie uittas atroque ueneno,
clamores simul horrendos ad sidera tollit:
qualis mugitus, fugit cum saucius aram
taurus et incertam excussit ceruice securim.
at gemini lapsu delubra ad summa dracones
effugiunt saeuaeque petunt Tritonidis arcem,
sub pedibusque deae clipeique sub orbe teguntur.
tum uero tremefacta nouus per pectora cunctis
insinuat pauor, et scelus expendisse merentem
Laocoonta ferunt, sacrum qui cuspide robur
laeserit et tergo sceleratam intorserit hastam.
ducendum ad sedes simulacrum orandaque diuae
numina conclamant.
diuidimus muros et moenia pandimus urbis.
accingunt omnes operi pedibusque rotarum
subiciunt lapsus, et stuppea uincula collo
intendunt: scandit fatalis machina muros
feta armis. pueri circum innuptaeque puellae
sacra canunt funemque manu contingere gaudent
:
illa subit mediaeque minans illabitur urbi.
o patria, o diuum domus Ilium et incluta bello
moenia Dardanidum! quater
ipso in limine portae
substitit atque utero sonitum quater arma dedere;
instamus tamen immemores caecique furore
et monstrum infelix sacrata sistimus arce.

martedì 8 aprile 2014

Un pensiero

Ieri ho avuto occasione di leggere queste righe; in qualche modo mi è sembrato che mi ricordassero la sincerità, l'allegria e la vivacità della Prof. Peresson che ci ha lasciati, e che fossero un bel messaggio per tutti noi.
Ve le lascio qua sotto.




È proibito piangere senza imparare,

svegliarti la mattina senza sapere che fare,

avere paura dei tuoi ricordi.



È proibito non sorridere ai problemi,

non lottare per quello in cui credi

e desistere, per paura.




È proibito non dimostrare il tuo amore,

fare pagare agli altri i tuoi malumori.




È proibito abbandonare i tuoi amici,

non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto

e chiamarli solo quando ne hai bisogno.




È proibito non essere te stesso davanti alla gente,

fingere davanti alle persone che non ti interessano,

essere gentile solo con chi si ricorda di te,

dimenticare tutti coloro che ti amano.




È proibito non fare le cose per te stesso,

avere paura della vita e dei suoi compromessi,

non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.





È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,

dimenticare i suoi occhi e le sue risate

solo perche' le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.

Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.





È proibito non cercare di comprendere le persone,

pensare che le loro vite valgono meno della tua,

non credere che ciascuno tiene il proprio cammino nelle proprie mani.





È proibito non creare la tua storia,

non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,

non comprendere che ciò che la vita ti dona, allo stesso modo te lo può togliere.





È proibito non cercare la tua felicità,

non vivere la tua vita pensando positivo,

non pensare che possiamo solo migliorare,

non sentire che, senza di te, questo mondo non sarebbe lo stesso.


[A.C.Barrero]